martedì 13 ottobre 2009

L’Arcipelago della Memoria contro la ‘ndrangheta: ecco il progetto che mira a promuovere tra i giovani il rigetto definitivo della cultura mafiosa

Diffondere tra i giovani siciliani e calabresi una maggiore conoscenza della realtà e della storia, sperimentando nuovi spazi e strumenti per elaborare il proprio punto di vista sulle mafie, fino al rigetto culturale di un fenomeno purtroppo ancora fortemente radicato.
È quanto si propone il progetto l’Arcipelago della Memoria, promosso dal Ministero della Gioventù e dall’Upi, in collaborazione con le Province di Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia. L’iniziativa è stata presentata oggi dall’assessore provinciale alle Politiche giovanili Gianluca Callipo, referente nel Vibonese del programma, insieme all’assessore alla Pubblica istruzione Maria Salvia. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte, inoltre, l’assessore alle Politiche giovanili della Provincia di Reggio Calabria Attilio Tucci, il dirigente scolastico dell’Istituto magistrale “Vito Capialbi” Giovanni Policaro e la responsabile operativa del progetto Valentina Carvelli.

«Promuovere tra i giovani il recupero della memoria storica è fondamentale - ha spiegato Callipo in apertura della conferenza stampa -, perché la realtà contingente non può essere compresa appieno se viene considerata avulsa da un contesto socio-antropologico ben più ampio e complesso. Soltanto se c'è una presa di coscienza autentica è possibile capire le cause del radicamento della mafia e tracciare un percorso prima individuale e poi collettivo di definitivo rigetto. Il traguardo finale è il riscatto stesso della cultura meridionale dalle inevitabili contaminazioni mafiose, che nel corso dei decenni si sono fissate in un sentire comune che spesso percepisce questo fenomeno come qualcosa di naturale e inevitabile».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Salvia, che ha sottolineato come la cultura mafiosa sia spesso percepibile in ogni contesto, anche in quelli che apparentemente dovrebbero esserne alieni.

«Certi comportamenti vengono riscontrati già nella scuola primaria - ha affermato la Salvia -. Anche se oggi è di moda parlare di bullismo, credo che in molti casi si tratti di atteggiamenti mafiosi nel vero senso della parola, nei quali a prevalere è una cultura della soprafazione e della violenza. Da qui l’importanza di attuare progetti di questo tipo, che cercano di affermare la supremazia delle regole e della responsabilità».
Della necessità di “demitizzare” la mafia e la ‘ndrangheta ha parlato Tucci, assessore alle Politiche giovanili della Provincia di Reggio Calabria, promotrice del progetto “Il Museo della ‘ndrangheta”, che verrà realizzato in una villa confiscata alla mafia: «Bisogna riuscire ad influire sulla mentalità della gente, cristallizzare l’indignazione in un sentimento di rigetto perdurante e non passeggero perché legato a singoli fatti di cronaca».
Tucci, in particolare, ha detto che questo è il momento giusto per risvegliare le coscienze, «soprattutto in considerazione dei gravissimi danni ambientali che stanno emergendo dai nuovi filoni di indagine», come quelli relativi alle navi dei veleni fatte inabissare nel corso degli ultimi decenni con il loro carico di rifiuti tossici.
«Il danno causato al Mezzogiorno da questi crimini ambientali può rivelarsi mortale per la nostra economia, basata in gran parte sul turismo - ha spiegato l’amministratore reggino -. L’indignazione, dunque, crescerà sempre di più e bisogna approfittarne per alimentare un rifiuto epocale della mafia».

Sugli aspetti operativi del progetto si è soffermata Valentina Carvelli, che ha illustrato le attività che verranno promosse tra gli studenti dell’Istituto magistrale, scelto per partecipare all’iniziativa, che ha ancora un carattere sperimentale.
nchieste giornalistiche, reportage fotografici, elaborazione di testi, rappresentazioni teatrali e allestimenti museali rappresentano i principali strumenti, che saranno utilizzati dai ragazzi per indagare i fenomeni mafiosi e le loro conseguenze socio-culturali, fino ad un evento conclusivo che offrirà una sintesi del lavoro svolto.
edg

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