mercoledì 14 ottobre 2009

De Nisi sui relitti dei misteri: «Basta allarmismi, attendere le indagini per non infliggere un colpo mortale all’economia calabrese»

In merito alle recenti notizie di stampa relative alla presenza di relitti affondati al largo delle coste calabresi, il presidente dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«Ormai non passa giorno senza la pubblicazione di nuove indiscrezioni sulla presenza di relitti inabissati con il loro carico di scorie e rifiuti. Una girandola di notizie, spesso soltanto presunte e prive di riscontri inequivocabili, innescata dall’unico ritrovamento sinora accertato al largo di Cetraro, in provincia di Cosenza. Ed anche per quanto riguarda questo episodio, come ha recentemente sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente, ancora non si ha alcuna certezza sul reale contenuto del relitto individuato.
Un minimo di buonsenso vorrebbe che prima di lanciare nuovi allarmi su questo delicatissimo argomento, si attendessero gli esiti delle indagini giudiziarie o si facesse ricorso, quanto meno, a toni decisamente meno inquietanti. Invece, basta un normale sospetto investigativo o anche una semplice ipotesi per generare distruttivi titoli a caratteri cubitali, salvo poi verificare l’uso molto accorto del condizionale nei rispettivi articoli.
Forse non si comprendono appieno le conseguenze di questa azzardata campagna informativa, condotta certamente in buona fede, ma non per questo meno deleteria per la già claudicante economia calabrese. Nessuno in Calabria - tranne probabilmente i criminali che hanno perpetrato i presunti reati in corso di accertamento - nega la necessità vitale di fare chiarezza una volta per tutte su queste vicende e di impedire categoricamente che possano accadere.
Ma continuare ad autoinfliggerci, come calabresi appunto, una gogna mediatica quotidiana capace di assestare un colpo mortale al nostro sistema economico, prima ancora che le singole vicende siano accertate, significa il suicidio di questa regione e delle sue prospettive di sviluppo, senza la possibilità di tornare indietro qualora i fatti venissero ridimensionati dai risultati investigativi».
edg

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